Nel cinema di Andrej Tarkovskij, i luoghi non sono mai
semplici scenografie, ma diventano spazi simbolici, carichi di spiritualità e
memoria.
In Stalker ( 1979), la Zona è uno spazio proibito e
inaccessibile ai più, circondato da filo spinato e sorvegliato da un governo
che ne vieta l'ingresso. Si dice che in questo luogo esistano leggi fisiche
sconosciute e che al suo interno vi sia una stanza capace di esaudire i
desideri più profondi di chi vi entra. Lo Stalker , il protagonista, è una
guida che porta due uomini, lo Scrittore e il Professore, all'interno della
Zona, affrontando il pericolo per condurli verso questa misteriosa stanza.
Luogo
liminale, poiché si colloca in uno spazio intermedio tra il reale e l'irreale,
tra il mondo ordinario e un altro di natura sconosciuta. Il suo stesso
funzionamento è instabile: le regole dello spazio e del tempo si alterano, i
percorsi cambiano e il viaggio diventa un'esperienza interiore più che un
semplice spostamento fisico. Territorio di metamorfosi, un passaggio tra la
realtà materiale e quella spirituale.
La Zona si presenta come un luogo sospeso tra
realtà e mistero: non è solo un luogo fisico, ma un simbolo della ricerca
interiore e della trasformazione spirituale. In questo senso, il concetto di
liminalità si intreccia con quello di misticismo. Il personaggio dello Stalker è una figura quasi
sacerdotale, un intermediario tra il mondo ordinario e una dimensione
superiore. Egli guida i viaggiatori attraverso un percorso che ricorda il
pellegrinaggio religioso, in cui il superamento di prova porta a una possibile
rivelazione.
Ma può essere anche
letta come una reliquia dello spirito, un territorio sacro che conserva tracce
di una presenza trascendente.
Il concetto di reliquia è tradizionalmente associato a
oggetti sacri che mantengono un legame con una divinità o con eventi passati.
Tuttavia, possiamo estenderlo ai luoghi: certi spazi conservano un’aura di
sacralità e diventano punti di contatto tra il visibile e l’invisibile. In
questo saggio, esploreremo come la Zona di Stalker possa essere interpretata
come una reliquia dello spirito, un luogo che trattiene un’energia oltre il
tempo e la materia, e come questa lettura si intrecci con la sua natura
liminale.
La Zona come
reliquia: traccia di un passato sconosciuto
La Zona è descritta nel film come un luogo inaccessibile e
pericoloso, creato da un evento ignoto (forse un impatto extraterrestre o un
esperimento fallito). Essa rappresenta un territorio altro, dove la realtà
ordinaria si dissolve e dove rimangono solo rovine e segni enigmatici.
Questa caratteristica la avvicina al concetto di
reliquia:
- Una reliquia è ciò che resta di un passato sacro o
straordinario. La Zona, con le sue strutture abbandonate e i suoi oggetti
lasciati a marcire, conserva la memoria di un evento fuori dall’ordinario.
Anche se non sappiamo cosa sia accaduto, il luogo stesso ne è la
testimonianza.
- Le reliquie emanano un potere invisibile. La Zona non è
solo uno spazio fisico, ma sembra possedere un’essenza propria: le sue leggi
sfidano la logica, le strade cambiano, e l’ambiente reagisce in modi
misteriosi. Come le reliquie sacre che si crede possano guarire o conferire
benedizioni, la Zona ha un effetto trasformativo su chi vi entra.
- Le reliquie sono spesso proibite o difficili da
raggiungere. Nel Medioevo, i pellegrini affrontavano lunghi viaggi per vedere
una reliquia sacra. Allo stesso modo, in Stalker, l’accesso alla Zona è vietato
dal governo e solo gli Stalker possono condurre i viaggiatori al suo
interno.
In questo senso, la Zona non è solo uno spazio liminale, ma
anche un luogo impregnato di un’energia spirituale latente, un frammento di un
mondo altro che continua a influenzare il presente.
La Stanza dei Desideri: reliquia dell’anima
Il cuore della Zona è la leggendaria Stanza dei Desideri, un luogo che si dice possa esaudire il desiderio più profondo di chi vi entra. Questa stanza si configura come l’essenza della reliquia:
- È un punto di contatto tra il terreno e il trascendente.
Come un’icona sacra o una reliquia cristiana, la Stanza è avvolta da un’aura di
mistero e potere. Essa non è un oggetto tangibile, ma una promessa,
un’interfaccia con qualcosa di superiore.
- Non è controllabile dalla razionalità. La Stanza non
obbedisce ai desideri consci, ma a quelli più profondi e inconfessati. Questo
la rende simile agli oggetti sacri che si crede agiscano secondo una volontà
divina, al di fuori della comprensione umana.
- I pellegrini che vi giungono sono posti di fronte a una
rivelazione. Come nei viaggi spirituali, chi arriva alla Stanza deve
confrontarsi con la verità su se stesso. Il Professore e lo Scrittore, giunti
alla soglia, esitano: il timore di ciò che la Stanza potrebbe rivelare è più
forte della speranza di ottenere ciò che vogliono.
La Stanza è dunque il nucleo sacro della Zona, un luogo che
custodisce il mistero dell’anima e che, come una reliquia, può trasformare chi
la incontra, ma solo se questi è disposto ad accettarne il potere.
Il viaggio nella Zona come pellegrinaggio spirituale
Se la Zona è una reliquia e la Stanza il suo altare, il viaggio intrapreso dai protagonisti diventa una sorta di pellegrinaggio mistico. Lo stesso Stalker assume il ruolo di una guida spirituale, una figura simile ai monaci che accompagnavano i fedeli nei luoghi sacri.
Il percorso dei viaggiatori nella Zona rispecchia le fasi del pellegrinaggio medievale:
Partenza dal mondo profano: I protagonisti abbandonano la
città grigia e oppressiva, simbolo della vita quotidiana priva di
significato.
Attraversamento del territorio sacro: Nella Zona devono
abbandonare la loro razionalità e affidarsi a nuove regole. Ogni passo diventa
un atto di fede.
Arrivo alla reliquia: Giunti alla Stanza, si trovano di fronte alla
possibilità della trascendenza, ma anche alla paura del cambiamento
interiore.
Questa struttura narrativa ricalca i grandi racconti di
trasformazione spirituale, come La Divina Commedia o Il viaggio dell’eroe di
Joseph Campbell.
La reliquia come memoria e fede
La Zona non è solo un luogo di mistero e
potere, ma anche un
archivio della memoria, un luogo che trattiene le tracce di ciò che è stato.
Tarkovskij, nel suo cinema, esplora spesso il tema della memoria come elemento
spirituale: ciò che rimane di un evento passato continua a influenzare il
presente. La Zona è un tipico esempio di
luogo liminale, poiché si colloca in uno spazio intermedio tra il reale e
l'irreale, tra il mondo ordinario e un altro di natura sconosciuta. Il suo
stesso funzionamento è instabile: le regole dello spazio e del tempo si alterano,
i percorsi cambiano e il viaggio diventa un'esperienza interiore più che un
semplice spostamento fisico. La Zona è un territorio di metamorfosi, un
passaggio tra la realtà materiale e quella spirituale.
Le reliquie hanno questa stessa funzione: esse sono pezzi di
un tempo trascorso, ma il loro significato non è nel passato, bensì nella loro
capacità di evocare un’esperienza spirituale nel presente.
Alla fine del film, lo Stalker esprime la sua disperazione:
i viaggiatori non credono più nella Zona, e senza fede, il suo potere sembra
svanire. Questo riflette un problema profondo: le reliquie non hanno
significato se non sono accompagnate dalla fede di chi le osserva. La Zona non
è un luogo magico di per sé, ma diventa sacra solo per coloro che sono disposti
a credere.
Stalker è un film che trasforma il concetto di luogo in
un’esperienza metafisica. La Zona non è solo uno spazio liminale, ma anche una
reliquia dello spirito, un frammento di un’altra dimensione che sopravvive nel
presente.
Tarkovskij ci invita a riflettere sulla necessità di fede,
sulla natura della trasformazione interiore e sul valore dei luoghi che
conservano un’energia spirituale. Come le reliquie nel mondo religioso, la Zona
non dà risposte, ma pone domande: che cosa desideriamo davvero? Abbiamo il
coraggio di affrontare la nostra verità interiore?
In questo senso, Stalker non è solo un viaggio attraverso un
luogo misterioso, ma un pellegrinaggio nell’anima dell’uomo. E come ogni
reliquia autentica, la Zona non può essere compresa pienamente con la logica:
il suo significato esiste solo per chi è pronto ad accoglierlo.